Descrizione
Formulazione che contiene la Boswellia serrata e la Curcuma longa in forma di fitosoma
Il fitosoma è una struttura chimica brevettata che, sostanzialmente, migliora la biodisponibilità orale del principio attivo. Nelle numerose sperimentazioni fatte con i diversi fitosomi, il picco plasmatico del principio attivo non è mai meno di tre volte più alto nel caso di somministrazione della forma fitosomiale rispetto alla forma non fitosomiale.
La Boswellia serrata è un enorme albero originario dell’India, nota anche come “pianta dell’incenso”. Questa gommoresina è costituita da oli essenziali, terpenoidi (acido beta-boswellico, acido acetil-beta-boswellico, acido cheto- beta-boswellico, acido acetil-11-chetobeta-boswellico) e gomme. Mentre gli oli essenziali sono i responsabili dell’odore gradevole dell’oleoresina, i componenti attivi sono i terpenoidi.
La ricerca occidentale ha messo in evidenza l’attività degli acidi boswellici, che consiste nel bloccare la produzione dei mediatori tipici della infiammazione, sia acuta che cronica, con conseguente diminuzione della risposta infiammatoria.
La moderna fitoterapia infatti indica gli estratti di B. serrata per il trattamento sia di patologie infiammatorie , degenerative croniche quali artrosi e
reumatismi, sia malattie infiammatorie croniche su base immune ed autoimmune quali asma allergica, artrite reumatoide, colite ulcerosa e morbo di Crohn.
L‘estratto di Boswellia può essere considerato un rimedio naturale per il trattamento di stati infiammatori cronici, come l’artrite reumatoide, l’osteoartrite, i reumatismi dei tessuti molli, tendiniti, periartriti e miositi,
In alcuni casi l’associazione dell’estratto di Boswellia con i farmaci antiinfiammatori, cortisonici e non, permette di ridurre il dosaggio di questi ultimi.
N.B. gli acidi boswellici non interferiscono con la sintesi delle prostaglandine e quindi non provocano ulcera peptica, sanguinamenti gastrointestinali e sofferenza epatica. Effetti collaterali che si riportano per lamaggior parte dei farmaci antinfiammatori tradizionali che vengono utilizzati per l’artrite (FANS)
Pur ricordandone l’utilità nei casi acuti in quanto più potenti e a più rapida
insorgenza d’azione, i FANS accelerano la degenerazione della cartilagine.
La CURCUMA è una pianta originaria del subcontinente indiano che appartiene alla stessa famiglia dello Zenzero. La droga, costituita dal fusto sotterraneo, è utilizzata nei paesi d’origine principalmente come spezia (ingrediente fondamentale nel curry, largamente utilizzato nella cucina asiatica). La quantità media di curcuma assunta dalla popolazione indiana si attesta sui 2-2, 5 g al giorno.
I principi attivi della curcuma sono: curcuminoidi (il più attivo è la curcumina che dà la caratteristica colorazione gialla ai rizomi, utilizzati anche come coloranti alimentari con la sigla E100), olio essenziale, amido.
La medicina tradizionale cinese e indiana e la ayurvedica hanno utilizzato diffusamente la curcuma come disintossicante dell’organismo, in particolare del fegato, come antinfiammatorio e antiossidante.
Le proprietà salutistiche attribuite alla Curcuma dalla medicina popolare, sono state confermate dalla medicina ufficiale e studi recenti hanno evidenziato anche altre importanti proprietà di questa droga, come quella antitumorale.
Esiste a una vasta letteratura scientifica sulle proprietà antiossidanti dei curcuminoidi. L’assorbimento della curcumina da parte dell’organismo è
piuttosto basso e questa bassa biodisponibilità potrebbe essere di ostacolo alla sua efficacia. Il fitosoma di Curcuma (estratto di curcuma legata a sostanze che ne facilitano l’entrata nelle cellule) ha invece una biodisponibilità assai elevata. Anche alcune sostanze contenute nel pepe nero o nel the verde aumentano l’assorbimento della curcumina. Le popolazioni orientali che consumano in abbondanza sia curcuma sia pepe nero e thè verde mostrano una bassa incidenza di malattie degenerative causate dai radicali liberi.
Interessante e degna di maggiori approfondimenti è anche l’attività antinfiammatoria della curcuma , che pare inibire l’attività delle sostanze responsabili del dolore e dell’infiammazione. In Europa l’estratto secco della curcuma , arricchito in curcumina, è utilizzato nella cura di molte patologie di natura infiammatoria. Dovremmo cercare di inserire più di frequente questa saporita e profumata spezia nella nostra alimentazione.
Nella fitoterapia occidentale il Curcumin (estratto secco della curcuma, arrichito in principi attivi, i curcuminoidi, fino al 95%) viene soprattutto usato per disordini infiammatori del tratto gastrointestinale e delle articolazioni e per la prevenzione dei tumori o il trattamento di supporto in chemioterapia.
Ha azione colagoga e coleretica molto energica, dà una forte stimolazione alle secrezioni gastriche, mentre non possiede alcuna attività carminativa e spasmolitica. Protegge le cellule dai radicali liberi con diversi meccanismi.
Si sconsiglia l’uso in chi ha alterazioni della funzione epato-biliare o calcolosi delle vie biliari e, in caso di assunzione contemporanea di farmaci, sentire sempre l’opinione del medico