Descrizione
La CURCUMA è una pianta originaria del subcontinente indiano che appartiene alla stessa famiglia dello Zenzero. La droga, costituita dal fusto sotterraneo, è utilizzata nei paesi d’origine principalmente come spezia (ingrediente fondamentale nel curry, largamente utilizzato nella cucina asiatica). La quantità media di curcuma assunta dalla popolazione indiana si attesta sui 2-2, 5 g al giorno.
I principi attivi della curcuma sono: curcuminoidi (il più attivo è la curcumina che dà la caratteristica colorazione gialla ai rizomi, utilizzati anche come coloranti alimentari con la sigla E100), olio essenziale, amido.
La medicina tradizionale cinese e indiana e la ayurvedica hanno utilizzato diffusamente la curcuma come disintossicante dell’organismo, in particolare del fegato, come antinfiammatorio e antiossidante.
Le proprietà salutistiche attribuite alla Curcuma dalla medicina popolare, sono state confermate dalla medicina ufficiale e studi recenti hanno evidenziato anche altre importanti proprietà di questa droga, come quella antitumorale.
Esiste a una vasta letteratura scientifica sulle proprietà antiossidanti dei curcuminoidi. L’assorbimento della curcumina da parte dell’organismo è piuttosto basso e questa bassa biodisponibilità potrebbe essere di ostacolo alla sua efficacia. Il fitosoma di Curcuma (estratto di curcuma legata a
sostanze che ne facilitano l’entrata nelle cellule) ha invece una biodisponibilità assai elevata. Anche alcune sostanze contenute nel pepe nero o nel the verde aumentano l’assorbimento della curcumina. Le popolazioni orientali che consumano in abbondanza sia curcuma sia pepe nero e thè verde mostrano una bassa incidenza di malattie degenerative causate dai radicali liberi.
Interessante e degna di maggiori approfondimenti è anche l’attività antinfiammatoria della curcuma , che pare inibire l’attività delle sostanze responsabili del dolore e dell’infiammazione. In Europa l’estratto secco della curcuma , arricchito in curcumina, è utilizzato nella cura di molte patologie di natura infiammatoria. Dovremmo cercare di inserire più di frequente questa saporita e profumata spezia nella nostra alimentazione.
Nella fitoterapia occidentale il Curcumin (estratto secco della curcuma, arrichito in principi attivi, i curcuminoidi, fino al 95%) viene soprattutto usato per disordini infiammatori del tratto gastrointestinale e delle articolazioni e per la prevenzione dei tumori o il trattamento di supporto in chemioterapia.
Ha azione colagoga e coleretica molto energica, dà una forte stimolazione alle secrezioni gastriche, mentre non possiede alcuna attività carminativa e spasmolitica. Protegge le cellule dai radicali liberi con diversi meccanismi.
Camomilla: Antifiammatoria, antispasmodica, antiulcerogenica, carminativa, SEDATIVA.
Le proprietà rilassanti si riflettono nell’attività ipotensiva e spasmolitica dell’apigenina e nell’azione diretta sul SNC della frazione lipofilica degli olii essenziali. La camomilla produce un rilassamento muscolare, per la presenza nel suo fitocomplesso dei flavonoidi (eupatuletina, quercimetrina) e delle cumarine.
Queste combinazioni di principi attivi rendono la camomilla un ottimo miorilassante, utile in caso di crampi intestinali, cattiva digestione, sindrome dell’intestino irritabile, spasmi muscolari e dolori mestruali, ma anche in caso di tensione nervosa e stress, perché provoca una sensazione di piacevole rilassamento con effetto calmante sul nervosismo e l’ansia.
MALVA: la Malva, della famiglia delle Malvaceae , è una nota pianta officinale conosciuta per le sue benefiche proprietà antinfiammatorie e lenitive ma è anche considerata una panacea (perché è un rimedio naturale efficace contro molti disturbi. Grazie alle sue proprietà emollienti e antinfiammatorie, la malva è utile contro la tosse, ma anche per regolare la funzione dell’intestino.
I fiori e in particolare le foglie della malva sono ricche di mucillagini che agiscono rivestendo le mucose con uno strato vischioso che le proteggono da agenti irritanti.
Si sconsiglia l’uso in chi ha alterazioni della funzione epato-biliare o calcolosi delle vie biliari e, in caso di assunzione contemporanea di farmaci, sentire sempre l’opinione del medico